Esperienze imperdibili a San Floro
Mulinum
Un giovane ragazzo appassionato di economia e tecnologia, abbandona il suo sogno di andare a vivere nella Silicon Valley per riprendere la coltivazione di grani antichi che un tempo coloravano le terre a ridosso del suo paesino.
I racconti di sua nonna, il lavoro nei campi dello zio ed un profondo amore per le sue origini, lo spingono a studiare e conoscre le migliori tecniche di coltivazione e di lavorazione dei grani antichi come il Senatore Cappelli, il Verna, il Maiorca, il Segale Iermano e da’ nuovi stimoli a vecchi coltivatori che avevano perso l’entusiamo a lavorare un grano così prezioso ma poco redditizio.
Fa un appello su Facebook e raccoglie una cifra altissima che gli consentirà di acquistare le ultime macine in pietra presenti in Calabria. Risalgono a fine ‘800 e sono de La Fertè, un vero cimelo.
Queste macine sono in funzione, ogni giorno, al Mulinum di San Floro, una struttura in bioedilizia costruita in tempi record grazie alla tenacia del suo fondatore, e luogo simbolo di una rivoluzione alimentare.
In questo fantastico posto, circondato da girasoli in estate, è possibile osservare il mugnaio mentre macina in grano, il fornaio che da vita alle pagnotte del pane “Brunetto”, il pizzaiolo stendere pazientemente l’impasto della pizza lavorato rigorosamente con il lievito madre e, ovviamente acquistare e degustare i loro deliziosi prodotti da forno: pane, biscotti, frese, grissini, taralli e le profumatissime pizze condite dai prodotti rigorosamente ottenuti dal territorio.
La coltivazione di grani antichi, la trasformazione in farina e la creazione dei prodotti da forno, tutto in un unico posto, con un unico obiettivo: proteggere il proprio territorio!
Mulinum è diventato un modello di sviluppo territoriale ed a breve aprirà nuove sedi a Buonconvento in Toscana e a Mesagne, in Puglia.
Sito web: www.mulinum.it
Cooperativa Nido di Seta
Tre giovani intraprendenti, decidono di recuperare un’antica tradizione del luogo: la gelsibachicoltura, seguendo scrupolosamente tutto il processo di lavorazione, dalla preparazione della terra fino alla produzione del prezioso filato su antichi telai.
La loro prerogativa è stata quella di tutelare l’ambiente, il paesaggio e, “sfruttando” la loro terra, hanno pensato di poter realizzare uno sviluppo sostenibile del loro territorio.
Ripartendo dalla filiera della gelsibachicoltura hanno realizzato un circolo virtuoso che collega l’agricoltura all’artigianato ed alla prestazioni di servizi turistici integrati.
Per mantenere le antiche tecniche di lavorazione, hanno ascoltato gli anziani del luogo, hanno varcato i confini europeri fino all’India e la Thailandia per scoprire i metodi di lavorazione serica meno convenzionali ed i metodi di tinture naturali. Hanno stretto partneriati europeri con la Francia e la Svizzera.
Dal Museo che conserva le testimoniante dell‘attività sericola calabrese, tra il 1300 e 1700, la cui capitale europea era la città di Catanzaro. Costumi d’epoca, damaschi, paramenti e archeologia tessile.
Una sezione del museo è intermente dedicata al gelso, al baco da seta e alle fibre naturali.
Dal Museo si passa alla visita nel gelseto, dove vi sono circa 3.500 piante che, oltre a rappresentare l’alimento esclusivo del baco da seta, tra la fine di maggio ed i primi di giugno, regalano all’uomo le deliziose “more di gelso”, che può essere degustato al naturale o attraverso gustose confetture.
La Mission di questi operosi ragazzi è quella di portare agli antichi splendori una terra ricca di prodotti unici nel loro genere e creare nuove possibilità di sviluppo economico, culturale e sociale attraverso la scoperta delle cose semplici della vita.